«Il 90% del lavoro di un manager di eventi è rappresentato da attività di preparazione e follow- up in ufficio e in riunioni» spiega Rolf Lanz, manager di eventi presso AMAG. Da 25 anni fa questo mestiere e un paio di esperienze alle spalle le ha maturate. Nel 2013 è passato al settore auto e da quel momento lavora nel team Eventi di AMAG. Parallelamente insegna Management progetti ed eventi alla KV Zürich Business School e all’Academia Engiadina ed è operativo come coach di eventi.
Un manager di eventi deve possedere diverse qualità. Per Rolf Lanz non ci sono dubbi: «Ci vuole un buon talento organizzativo, molta flessibilità e spontaneità. A volte si deve trovare una soluzione nel giro di pochi minuti. Poi si dovrebbe avere una buona resistenza allo stress e sapersi porre con sicurezza. Non c’è nulla di peggio di quando un relatore o un artista ha l’impressione che il manager eventi sia nervoso.» Tuttavia, su questo la teoria si discosta spesso dalla pratica e Rolf Lanz sottolinea: «Solo nella pratica si impara correttamente il mestiere del manager di eventi».
Le quattro fasi del manager di eventi
La pianificazione dell’evento si articola in quattro fasi: ideazione, pianificazione, realizzazione e follow-up. Nella fase di ideazione si redige una bozza scritta dell’evento previsto e la si approva. La fase di pianificazione consiste nell’intera organizzazione, fino all’evento vero e proprio. Durante questa fase, poco prima dell’evento può essere necessaria una fase di improvvisazione. «In questo caso, attraverso una minuziosa pianificazione, il manager di eventi deve saper accorciare il più possibile i tempi di improvvisazione», aggiunge Rolf Lanz. Nella fase di realizzazione l’evento dovrebbe svolgersi secondo il copione previsto. Alla fine c’è la fase di follow-up, in cui si conclude l’evento, e in un incontro di debriefing con gli stakehoder (i soggetti d’interesse) si valutano potenziali miglioramenti futuri.
Il manager di eventi risponde dell’intero evento ed è il primo referente per molti stakeholder. Non sorprende quindi che Rolf Lanz passi la maggior parte del suo tempo al telefono. Dice con un sorriso: «Durante la progettazione delle Giornate dei partner AMAG un fotografo mi ha accompagnato per un’intera giornata. Su quasi tutte le foto mi si vede intento a telefonare. Ma è così, fa parte del mestiere.»
La pianificazione vera e propria di una fiera non si discosta molto da quella di un evento. È la durata della manifestazione e quella delle operazioni di allestimento e smantellamento che fanno la differenza. Ad esempio per una fiera di 13 giorni come il Salone dell’auto servono circa quattro settimane per l’allestimento e almeno una per lo smantellamento, mentre per un evento di due giorni servono dai quattro ai cinque giorni per montare e due per smontare.
Finita una fiera, si pensa già all’altra
Tra le varie mansioni, a Rolf Lanz compete anche l’intera pianificazione della presenza dei marchi al Salone dell’automobile di Ginevra. In questo compito è supportato dai responsabili di sette sottoprogetti. Che subito dopo la conclusione di una fiera si pensi già all’edizione successiva ce lo conferma lui stesso: «Già durante l’edizione del Salone 2018 si prenotano le camere d’albergo per l’anno successivo. E anche per il 2020 è già iniziata la progettazione dello stand.»
Come tutti i settori, anche quello degli eventi e delle fiere si è trasformato negli ultimi anni. Ad esempio, oggi gli inviti vengono inviati esclusivamente tramite e-mail. Rolf Lanz aggiunge: «Oggigiorno ci sono così tanti eventi che si può parlare di “eventite”. Di conseguenza, il numero dei prenotati che poi non si presenta aumenta e il manager di eventi deve saper organizzare programmi collaterali allettanti o allestire lo stand in modo fuori dal comune. Solo così ci si può distinguere dalla massa.»
Auto dimenticate e perse
Non sempre tutto fila liscio, come conferma Rolf Lanz: «Per le fiere automobilistiche si fa sempre affidamento su determinati modelli di auto, se però poi non arrivano bisogna saper reagire velocemente e trovare dei rimpiazzi. Ci è anche già successo che dopo una festa un’auto non sia stata ritirata e sia rimasta lì, abbandonata su un campo all’aperto. L’auto sarebbe stata pronta a partire e sicuramente avrebbe fatto la gioia di qualche appassionato delle quattro ruote.»
Quindi la professione del manager di eventi non ha nulla a che vedere con l’immagine stereotipata di una persona che durante l’evento si dedica principalmente ai VIP del mondo dello spettacolo o dello sport. No, c’è molto lavoro dietro le quinte, ma se si guarda al risultato finale si capiscono le ragioni che spingono a scegliere questa professione.