In occasione della Colazione AMAG Impuls, l’incontro a cui vengono di volta in volta invitati rappresentanti del mondo politico, il Dr. Peter Grünenfelder ha tracciato un identikit dei fattori di successo tipici della Svizzera. Diritto di partecipazione alla vita democratica, buona struttura economica e qualità della formazione: questi sono, secondo lui, i pilastri su cui si basa il successo della Svizzera. A supportare il benessere del Paese contribuirebbe inoltre il nostro mercato del lavoro relativamente liberale, che a suo avviso presenta grande potenziale di rinnovamento. Il fatto che la Svizzera sia leader mondiale nell’innovazione è un ulteriore fattore di successo del Paese. L’accesso ai mercati esteri – considerando che le esportazioni rappresentano una quota dell’80% del PIL – è un’altra fonte di benessere. Dal 1848 il PIL è cresciuto dell’1,6% all’anno. La struttura della popolazione svizzera dimostra che siamo una terra di immigrazione e che gli immigrati hanno contribuito al successo della Svizzera.
Per Grünenfelder il rischio di indebolimento dei fattori di successo è legato alla necessità di riformare la previdenza di vecchiaia e le assicurazioni sociali. Inoltre, secondo lui la Confederazione dovrebbe investire di più nella formazione per incentivare la creazione di valore. Anche la durata di percepimento della pensione e il mancato innalzamento dell’età pensionabile avrebbero avuto effetti negativi sul mercato del lavoro. Inoltre il settore formativo non terrebbe sufficientemente conto delle esigenze del mercato del lavoro. A inasprire il problema si aggiunge anche un sistema normativo troppo voluminoso. Anche l’intervento della mano pubblica nel settore imprenditoriale è troppo elevato, aspetto che nuoce al federalismo competitivo.
Nella sua relazione, il Dr. Peter Grünenfelder ha citato le seguenti proposte di consolidamento dei fattori di successo per la Svizzera:
- Decentralizzazione del federalismo competitivo: restituire ai Cantoni competenze e imposte dirette.
- Privatizzazione: promuovere il dibattito sulla privatizzazione e ridurre i rischi statali.
- Semplificazione degli investimenti esteri: l’aumento degli stranieri che investono incentiva la competitività.
- Consolidamento della rete con l’estero: analizzare più nei dettagli il rapporto con l’Europa e il mondo e siglare nuovi trattati di libero scambio.
- Sviluppo territoriale ragionevole: mettere in atto una politica oculata di sviluppo territoriale e un rapporto naturale e oggettivo verso la manodopera estera.
- Ri-liberalizzazione del mercato del lavoro: tenere conto dello sviluppo digitale sul mercato del lavoro.
- Riformare il sistema di istruzione/formazione: concentrare la conoscenza, de-politicizzare e aumentare la competitività per dare un nuovo assetto al sistema formativo.
La Svizzera – aggiunge Grünenfelder – deve dotarsi di un certo grado di cultura del rinnovamento, nel senso più ampio del termine. In questo modo si può portare avanti il successo del Paese. Non ci si deve arenare sullo «status quo», al contrario serve dinamismo.
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