«Noi psicologhe e psicologi siamo anche esperti di dati»
Cosa c’entra Hyrox con le soluzioni innovative per la mobilità e cosa fa esattamente l’AMAG Innovation & Venture LAB? È proprio quello che abbiamo chiesto a Leah Knecht, che sta completando il suo programma di tirocinio presso l’AMAG LAB.
Dopo quattro anni di studi in psicologia, Leah Knecht, una vera campionessa dello sport, ha accettato un posto di tirocinio presso AMAG e attualmente sta svolgendo la sua seconda sessione del programma in tre parti nel team Scouting dell’AMAG LAB. Parliamo con lei dei parallelismi tra sport e innovazione.
Le tappe professionali raggiunte finora e le tue conoscenze di psicologia sono molto interessanti. Ma prima devi raccontarci qualcosa delle tue bizzarre ambizioni sportive: che cos’è esattamente Hyrox?
Hyrox (pronunciato Heirocks) è un nuovo sport di tendenza davvero adatto a tutti che combina fitness e sport di resistenza. La gara alterna sessioni di forza e resistenza in otto giri, con una sessione di forza diversa ogni volta.
Vuol dire che devi essere fisicamente in forma?
Beh, ho fatto crossfit per sei anni, questo mi aiuta. Quando nel 2025 parteciperò alla mia prima gara Hyrox in Svizzera, voglio assolutamente essere tra i primi 100. Ma ora, a giugno, parteciperò per la prima volta alla «Red Bull 400» di Einsiedeln, una gara impegnativa in cui bisogna percorrere a piedi un trampolino con gli sci in direzione opposta alla traiettoria di volo. Devo trovare una buona strategia di allenamento per arrivare in cima.
Crossfit e Hyrox richiedono quindi anche un approccio strategico e capacità di adattamento rapida. Vedi dei parallelismi tra queste discipline sportive e le sfide della mobilità del futuro di cui si occupa il LAB?
Per me esistono sicuramente dei parallelismi. In entrambi gli ambiti c’è sempre un processo da seguire. Sia nello sport che nello sviluppo di nuovi modelli di business è importante prepararsi adeguatamente, reagire con rapidità ai cambiamenti e pianificare con lungimiranza. Ma è altrettanto importante riorganizzare e adeguare l’allenamento quando necessario. Queste capacità sono essenziali anche nello sviluppo di soluzioni di mobilità innovative.
Sai già quali sono i compiti precisi che ti assumerai e per quali iniziative o progetti specifici sosterrai il team?
Sono nel LAB da una settimana e ho già acquisito una buona visione d’insieme. In primo luogo, l’attenzione sarà rivolta a un deep dive riguardante le esigenze della clientela nell’ambito della mobilità del futuro. Ci occuperemo a fondo di capire se, nell’ambito delle nuove forme di mobilità, sarà necessario rivolgersi anche ad altri segmenti di clientela. La questione è quindi molto complessa e non c’è un’unica via ideale percorribile. E qui posso applicare e mettere in pratica molto bene le conoscenze acquisite durante i miei studi di psicologia.
Non ho dubbi a riguardo. Vedi delle sfide particolari per questo incarico?
In particolare, ritengo che la sfida consista nel fatto che l’argomento è lungimirante. Abbiamo dei dati che possono essere raccolti intervistando le persone, ma loro non conoscono il futuro come noi. Naturalmente ci piacerebbe dire che i dati raccolti ci danno ragione al 100%. Ciononostante, c’è sempre un’incertezza «residua» con cui dobbiamo fare i conti. Cerchiamo quindi di affrontare questa incertezza con esperte ed esperti che conoscono gli sviluppi futuri.
Ciò significa che, in particolare, le questioni devono essere oggetto di un’attenta riflessione per giungere a risultati concreti?
Esatto. In una prima fase, è necessario definire i segmenti e per farlo occorre un numero sufficiente di dati. Le domande chiuse aiutano a confrontare meglio le risposte e a classificarle. Ma per il futuro sarebbe molto interessante condurre delle interviste a gruppi di discussione o semplicemente lasciare che questi gruppi raccontino come immaginano il futuro della mobilità. Questo ci permette di farci un’idea preziosa di punti di vista che non abbiamo ancora considerato.
Vi sono già esempi di problematiche attuali nell’ambito della mobilità che potrebbero beneficiare delle conoscenze psicologiche?
La psicologia può aiutare a capire in che modo le persone percepiscono e utilizzano i nuovi servizi di mobilità, come il ride pooling, quali barriere esistono e come possono essere superate. Allo stesso tempo forniamo informazioni su preferenze, preoccupazioni e atteggiamenti dell’utenza. Per quanto riguarda i veicoli autonomi, stiamo studiando in che modo sviluppare fiducia e quali fattori psicologici influenzano il senso di sicurezza. Ciò può contribuire a migliorare il livello di accettazione e utilizzo dei veicoli a guida autonoma. I principi psicologici, come ad esempio ricompense, norme sociali e sviluppo di abitudini, possono essere rilevanti.
Un aspetto davvero interessante. E come riesci a conciliare il tuo entusiasmo sportivo con le tue esperienze professionali?
Dalle mie battute d’arresto nello sport ho potuto imparare molto su come affrontare le situazioni difficili in ambito lavorativo. Per esempio, dopo una sessione fallimentare di sprint, non bisogna lasciarsi abbattere, ma pensare al prossimo allenamento e che andrà meglio. A dire il vero, lo stesso vale anche sul lavoro. Ci prefiggiamo grandi obiettivi che forse non abbiamo considerato fino in fondo e poi proviamo frustrazione se non li raggiungiamo al momento opportuno. Anzi, anche in questo contesto ha senso porsi piccoli obiettivi graduali, che alla fine si uniscono a formare in un grande risultato. La mobilità cambierà e qui vogliamo mostrare il nostro impatto. Non si fa dall’oggi al domani, per raggiungere questo obiettivo occorrono tempo e piccoli passi.
Sei nel bel mezzo del tuo programma di tirocinio suddiviso in tre parti. Cosa pensi di poter imparare dai diversi settori?
Per me è sempre stato importante avere a che fare con dati e statistiche, senza però perdere il contatto con la psicologia. Ma sono anche molto aperta a provare cose nuove. E l’annuncio di AMAG diceva: «Qui puoi farlo.» Ora questo si conferma anche con le mie rotation: ho iniziato con charge:ON e ho dovuto confrontarmi con il tema dell’elettromobilità, e ora nel LAB l’attenzione si focalizza principalmente sulle persone. Qui posso sfruttare al meglio i miei studi. Tra sei mesi prenderò parte all’attività operativa del retail nel settore Customer Centricity. Al termine del mio programma di tirocinio disporrò quindi di un’ampia conoscenza di AMAG e potrò quindi decidere in quale settore specializzarmi.